Il
comunicato stampa della Corte Costituzionale, in attesa della pubblicazione
della sentenza, impone una riflessione sull’istituto della Mediazione civile e
commerciale e sui possibili cambiamenti che il pronunciamento della Corte
potrebbe portare.
E’ facile capire come qualunque presa di posizione
prima della pubblicazione della sentenza sia avventata e possa indurre a false
posizioni: in ogni caso a distanza di 10 giorni dall’uscita del comunicato
stampa è d’obbligo far un poco di chiarezza sulla vicenda.
Il
vizio rilevato dalla Corte Costituzionale, l’eccesso di delega, non incide
sull’istituto in sé, ma su quella parte, l’obbligatorietà, che, ancorché non prevista
nella delega, il governo ha ugualmente legiferato. La Corte ha inviato alcune
indicazioni al Governo: una per tutte il lungo periodo, oltre 18 mesi, a
disposizione del governo per inserire nei provvedimenti legislativi il
correttivo della delega (due gestazioni umane, oppure una di un rinoceronte). Anche
l’irrituale modo di comunicare da parte della Corte può essere interpretato
come un ulteriore messaggio al Governo, per metterlo di fronte a cosa potrebbe
accadere tra qualche giorno a sentenza pubblicata.
Andiamo
ai fatti: esistono numerose associazioni di mediatori che stanno cercando di
organizzare azioni a difesa della categoria. Negli ultimi giorni sono emerse
alcune posizioni alle quali dobbiamo prestare attenzione: in particolare due
posizioni hanno come obiettivo la reintroduzione della condizione di
procedibilità, una con il ripristino puro e semplice dell’obbligatorietà mentre
l’altra introduce un vincolo di temporaneità.
Ambedue
le proposte si sono concretizzate in altrettanti emendamenti da inserire in due
provvedimenti in approvazione in questi giorni in Parlamento: la legge di
stabilità ed il decreto crescita (dl
179/2012).
Nel
primo caso si tratta della riproposizione dell’art. 5 con legge ordinaria e
quindi superando il vizio rilevato dalla Corte. Nel rinnovato art. 5 vi
sarebbero però alcune precisazioni in capo a due materie (condominio e diritti
reali) che permetterebbero di meglio identificare alcune fattispecie. Questo
emendamento è stato presentato dagli on.li Briguglio (FLI) e Aracu (PDL)
Nel
secondo caso, si tratta di un emendamento che varia l’art. 5 del D. Lgs. n.
2010 reintroducendo la condizione di procedibilità a “tempo determinato”, fino
al 2017, e prevedendo la presenza obbligatoria, in caso di proposta, dei
legali. Questo emendamento è stato presentato da Sen. De Lillo (PDL).
Entrambe
le strade sono in salita e la salita è aggravata dal poco tempo a disposizione
in quanto la legislatura volge al termine. Ad oggi inoltre il Ministro Severino
non ha preso una posizione chiara e lo farà, si presume, solo dopo la pubblicazione della sentenza. La
posizione del Governo è di fondamentale importanza: la speranza è che la
questione venga posta in aggiunta alla razionalizzazione del sistema
giudiziario. Se così fosse il tema prenderebbe molto più vigore ed a vantaggio
della ns. causa.
Che
la condizione di procedibilità venga o meno reintrodotta sarà necessario
apportare alcuni correttivi organizzativi al ns. organismo che ci permetteranno
di superare la dicotomia procedibilità si / procedibilità no, ed in un certo
senso affrancarci da essa.
E’
necessario avere a disposizione più strumenti che vadano ad integrare
l’istituto della mediazione, il modello SICEA varia per rafforzarsi: oggi
abbiamo una grande opportunità, abbiamo strumenti adeguati, autorevoli partnership e progetti innovativi.
Per
questo nessuna condizione di procedibilità potrà mettere in crisi il nostro
progetto.
Prof. Ciro Lenti
Presidente SICEA