Il contenzioso medico legale è in costante aumento in Italia e rappresenta un problema per l’intero comparto sanità.
Lo scorso 11
febbraio i ginecologi che, tra i camici bianchi, sono i più bersagliati dalle
denunce di risarcimento per danni da colpa medica, hanno indetto uno
sciopero disertando le sale parto. Lo stop ha riguardato anche l’attività dei
consultori familiari e gli ambulatori ostetrici. Allo sciopero, proclamato
dalla Federazione sindacale medici dirigenti (Fesmed), hanno aderito tutte le
associazioni della ginecologia e molte altre sigle professionali.
È un segnale
forte del malessere della categoria per l’aumento del contenzioso medico
legale, che getta grandi ombre sul rapporto medico-paziente.
I numeri in
effetti sono allarmanti: la medicina difensiva costa 12 miliardi di euro
all’anno, il 62,7% delle strutture sanitarie sono prive di assicurazione per
colpa grave, da agosto 2013 è d’obbligo l’assicurazione per medici e chirurghi
ma a costi proibitivi, infine il 98,8% delle denunce di eventi avversi viene archiviata
perché inconsistente.
Il presidente dell’Aogoi
(Associazione ostetrici ginecologi ospedalieri italiani), Vito Trojano, spiega come il problema
principale sia proprio il contenzioso medico-sanitario “Con
l’aumento del numero di processi, sia penali che civili e dei costi delle
assicurazioni, molte ASL hanno disdetto le polizze e il medico è stato lasciato
solo. Per i ginecologi in particolare questa condizione non è sostenibile in
quanto devono assumersi una responsabilità più complessa, poiché i pazienti in
carico sono due, la madre e il bambino e le figure professionali che operano il
sala parto sono tante, ostetriche, infermieri, neonatologo e anestesista".
Secondo Nicola Surico, presidente Sigo, "il problema nasce dal decreto Balduzzi, che ha complicato le cose in materia
assicurativa". E chiarisce: "Si sono alleggeriti gli aspetti penali, ma resta
il problema della responsabilità civile per la quale le assicurazioni non sono
obbligate a coprirci e se accettano di farlo a fronte di premi annui altissimi,
attorno a 15-20mila euro, improponibili a giovani medici che si affacciano alla
carriera".
Per questo il
ricorso al tentativo di mediazione per tutte le controversie aventi ad oggetto
il risarcimento danni da colpa medica può rappresentare una soluzione ottimale.
Innanzitutto la procedura di mediazione è in grado di garantire al paziente ed
al medico una privacy inimmaginabile in un pubblico processo, l’intervento di
un mediatore specializzato nel settore e, quindi, un notevole risparmio in
termini economici e di tempo.
Di seguito un divertente video prodotto da SICEA in cui viene illustrato un caso concreto di mediazione sanitaria: clicca sulla vignetta per vedere il video.
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