martedì 28 giugno 2016

I VIDEO DI SICEA: IL SOVRINDEBITAMENTO DEL CONSUMATORE

L'intervento del Prof. Ciro Lenti, Presidente SICEA S.p.A., intervistato da Antenna 5 sulle novità in materia di sovraindebitamento del consumatore.

Con la Legge 3/2012 è stata infatti introdotta in Italia una nuova disciplina per la gestione delle crisi da sovraindebitamento dei soggetti non fallibili.

giovedì 31 marzo 2016

MEDIAZIONE E NEGOZIAZIONE ASSISTITA: DATI STATISTICI 2015

MEDIAZIONE
Tra il 2013 ed il 2015 le iscrizioni di cause civili in Tribunale sono diminuite dell’8%, quelle nell’ambito della mediazione del 16%. 
 
Il numero delle mediazioni avviate nel 2015 è cresciuto a 19.625 (+9% rispetto al 2014), il tasso di successo delle procedure dove le parti proseguono oltre il primo incontro si attesta al  43%, mentre il tasso “di realizzo” delle mediazioni (numero di accordi raggiunti / numero di procedure avviate) si attesta intorno al 10%.

La materia in cui si registra il maggior numero di procedure è quella bancaria (23% del totale), con un valore medio per procedura tra i più alti (euro 50.000) ma con un tasso “di realizzo” bassissimo: 7%. 
Tra le cause principali:
  • le mediazioni avviate dopo che la banca ha ottenuto il decreto ingiuntivo contro il cliente, e questo si è opposto, intervengono in una fase in cui i rapporti sono ormai troppo deteriorati o il cliente ha una quasi totale carenza di liquidità;
  • preponderanti le controversie basate su anatocismo ed usura, settori dove c’è un eccesso di interventi normativi (a vari livelli), pronunce giurisdizionali contrastanti e consistenti guadagni da parte delle banche;
  • autoreferenzialità di troppi uffici che, all’interno delle aziende di credito, gestiscono le procedure di mediazione con quasi nulla attenzione all’aspetto commerciale banca – cliente.
Nel 2014 e 2015 si è registrata un’esplosione delle mediazioni delegate da parte dei magistrati, passate da 489 nel 2013 (0,5% del totale) a 18.062 nel 2015 (10% del totale).

Si registra una riduzione del numero degli organismi di mediazione: 986 nel 2013, 938 nel 2014, 894 nel 2015. Le Camere di commercio, che ai nastri di partenza (21.3.2011) erano favorite dalla presenza al loro interno di camere di conciliazione fin dal 1993 (e dall’esperienza maturata), vedono fortemente diminuita la percentuale del numero di procedure gestite (27% nel periodo 21.3.2011 / 31.3.2012;16% nel 2013; 12% nel 2014, 11% nel 2015) nonché del tasso “di realizzo” (50%, 40%, 23% e 22%). Cresce invece la quota di pratiche gestite dagli organismi forensi (24%, 29%, 33% e 35%) ma rimane costante fanalino di coda, con accentuata flessione, il tasso “di realizzo” (34%, 30%, 21% e 19%).
 
In aumento il numero dei giorni per la conclusione delle mediazioni: 65 nel 2012, 82 nel 2013, 83 nel 2014, 103 nel 2015. La durata delle procedure giudiziali rimane non comparabile: 902 giorni nel 2015.

NEGOZIAZIONE
Per quanto riguarda la negoziazione assistita nel 2015, l’unico dato disponibile a livello nazionale è stato fornito dal Ministro della giustizia Orlando il 3.3.2016 all’ inaugurazione dell’anno giudiziario del CNF:
“I dati comunicati dal Consiglio Nazionale su un campione di 3019 accordi andati a buon fine attestano … un buon utilizzo dei nuovi strumenti, specie della negoziazione assistita, con particolare incidenza in materia di separazione, divorzio e modifica delle relative condizioni.
Essi rappresentano da soli il 75% di tutti gli accordi di negoziazione conclusi con successo, di cui ben il 62% è relativo a coppie senza figli.

“Il dato di notevole flessione delle iscrizioni dei procedimenti in materia di separazione e divorzio, che nel 2015 risulta inferiore del 20% rispetto all’anno prima, conferma la validità della scelta verso una forte introduzione di meccanismi di risoluzione alternativa delle controversie”.

Fonte: ALTALEX


lunedì 15 febbraio 2016

CORSO DI ALTA FORMAZIONE "GLI OBIETTIVI LEGALI DELLA CONTABILITA'"

In partenza a Pisa venerdì 26 febbraio il corso convenzionato con SICEA S.p.A. dal titolo "GLI OBIETTIVI LEGALI DELLA CONTABILITA'".

Il corso organizzato dal Dott. Bruno Ricci, socio ordinario AIAF, ha una durata di 35 ore con lezioni di 3 ore e 1/2 tutti i venerdì fino a fine aprile, si svolgerà presso il Polo didattico Piagge, Facoltà di Giurisprudenza ed è accreditato presso l'Ordine degli Avvocati di Pisa che riconosce nr. 20 crediti formativi agli avvocati partecipanti.

Il corso non si occupa di contabilità ma dei suoi obiettivi legali: determinazione del reddito d'impresa e redazione del bilancio d'esercizio.

Il corso ha il costo di 250€ iva inclusa. Previsto uno sconto del 50% per tutti i mediatori SICEA S.p.A.

Per info e iscrizioni contattare Dott. Bruno Ricci: tel. 347.8412398 - brunoricci@pec.it

 

giovedì 21 gennaio 2016

VISIONI FUTURE DI ADR: LE PREVENTIVE ONLINE DISPUTE RESOLUTION

Il grave problema delle cause civili di carattere commerciale è, sempre più spesso, la mancanza di garanzie patrimoniali ed i tempi lunghissimi che rischiano di vanificare gli effetti positivi di un eventuale giudizio civile.
Il problema si acuisce maggiormente per le cause di valore basso (cioè inferiore a euro mille), il cui costo è in proporzione maggiore, andando a colpire, un intero settore, quello dell'e-commerce, che dovrebbe invece essere il motore del rilancio economico.

Un positiva via d’uscita sarebbe intervenire quando il denaro è già uscito dal patrimonio dell’acquirente, ma non è ancora nella libera disponibilità del venditore. La possibile soluzione potrebbe quindi essere l’implementazione di quelle che si possono chiamare P-O.D.R. (Preventive O.D.R.).

Si tratta di procedure di O.D.R. (Online Dispute Resolution) appunto “preventive”, che cioè prevengano la disputa vera e propria grazie al coinvolgimento del gestore del sistema di pagamento scelto per la transazione online.
Poiché, infatti, il pagamento del bene o del servizio online avviene normalmente tramite servizi bancari o simili (bonifici, carte di credito, altri sistemi di mobile payment, paypal, ecc.), il fornitore di questi ultimi potrebbe appunto “bloccare” per un tempo limitato il denaro (ad es. 48 ore dalla consegna del bene, con ciò invogliando il venditore anche ad accelerarne l'invio non appena avvenuto il pagamento), che, pur essendo già confluito nell'account del venditore stesso, non può ancora essere da quest'ultimo utilizzato.
Se nelle suddette 48 ore non pervenissero segnalazioni dal cliente, il denaro verrebbe sbloccato; qualora invece il cliente lamentasse errori o inadempimenti (per non dire truffe), dovrebbe fornire una serie di informazioni (secondo procedure standardizzate) ed a quel punto il venditore, cui venga notificata la contestazione, avrebbe un tempo uguale (per cui altre 48 ore) per avanzare le proprie controdeduzioni.
Ciò fatto il gestore del pagamento avrebbe abbastanza elementi per decidere non tanto a chi dare ragione o torto, bensì se dar corso all'ordine ricevuto dall'acquirente (sbloccando il denaro nell'account del venditore), oppure se rifiutarlo (e quindi restituire il denaro al cliente, dopo aver ovviamente ottenuto la prova della restituzione del bene).
Il tutto, in tempi brevissimi in modo semplice e senza costi.

Si tratta sostanzialmente dell'evoluzione del rapporto di “escrow” (contratto tipicamente anglosassone, che consiste nell’accordo tra due parti in forza del quale, appunto, somme di denaro oggetto del contratto vengono depositate presso una terza parte a titolo di garanzia, e rilasciate poi all’avveramento di determinate condizioni espressamente stabilite dalle parti stesse), che comincia già ad essere utilizzato nelle transazioni internazionali, ma che può essere migliorato, implementato ad hoc per il mercato interno e quindi utilizzato su più larga scala.

Se tale approccio si rivelasse corretto e conveniente, potrebbe poi pensarsi a un intervento legislativo (magari nel codice del consumo, visto che rappresenterebbe una concreta tutela per i consumatori negli acquisti a distanza), che rendesse obbligatorio o comunque incentivasse il sistema.