Interessante articolo pubblicato da "L'Opinione" sul Convegno dedicato alla gestione delle crisi da sovraindebitamento che si svolgerà giovedì 16 luglio al Tempio di Adriano: tra gli illustri relatori anche il Presidente SICEA Ciro Lenti.
Il sovraindebitamento al Tempio di Adriano
di Ruggiero Capone
11 luglio 2015POLITICA
La crisi ha preso forma nel 2008, e dopo sette anni ha
salutato circa mille suicidi per motivi economici: 135 solo nel primo
semestre del 2015. Dall’inizio della crisi sono fallite in Italia 82mila
imprese, con la perdita di un milione di posti di lavoro (dati raccolti
dall’Osservatorio Cerved su fallimenti, procedure e chiusure delle
imprese in Italia); lo stesso Cerved calcola nel 2014 un picco di oltre
15mila fallimenti (dato record per il sistema italiano).
A livello settoriale, le aziende del terziario sono quelle più
coinvolte: 29mila posti persi nei servizi non finanziari e 27mila nella
distribuzione. In ambito manifatturiero, nel settore della moda si è
verificata la perdita di 9mila posti di lavoro. Una vera e propria
ecatombe. L’Italia ha cambiato volto, l’insicurezza economica attanaglia
le famiglie e scongiura l’impresa artigianale come quella commerciale. A
questo va aggiunto che le nuove normative in campo artigianale hanno
favorito il sommerso: nel 2008 il rapporto tra opifici a norma e abusivi
era di otto a due, oggi è l’esatto contrario. Ed alcune sentenze della
magistratura già parlano di evasione ed abusivismo di necessità.
Ma pochi sanno che c’è una legge (la cosiddetta 3 del 2012) che
permette di salvare famiglie ed imprese dalla sovraesposizione
debitoria. Questa legge reca la firma di Roberto Centaro (nella foto),
che da senatore ha cercato così di rispondere all’estinzione per via
fallimentare della piccola impresa italiana. Il provvedimento reca
“Disposizioni in materia di usura e di estorsione”, nonché di
composizione di crisi da sovraindebitamento: mira, come dice lo stesso
titolo della legge, a disciplinare quelle “situazioni di difficoltà di
alcune categorie di debitori”.
Ma cosa s’intende per sovraindebitamento? Ai sensi del secondo comma
dell’articolo 6 della legge n. 3/2012, per sovraindebitamento si intende
“una situazione di perdurante squilibrio tra le obbligazioni assunte e
il patrimonio prontamente liquidabile per farvi fronte, nonché la
definitiva incapacità del debitore di adempiere regolarmente le proprie
obbligazioni”. Esempio da manuale è il debitore che deve onorare debiti
per migliaia di euro, per farlo dovrebbe liquidare parte del proprio
patrimonio, costituito prevalentemente da beni immobili e mobili,
attrezzature, tecnologie... Me c’è anche il caso del lavoratore
dipendente o autonomo che ha contratto molti debiti e perde il lavoro:
anche questi casi potranno fare ricorso alla legge sul
sovraindebitamento.
A spiegare l’utilità di questo strumento giuridico provvederà lo
stesso Roberto Centaro (magistrato ieri prestato alla politica) giovedì 16 luglio (dalle 14,30) presso il Tempio di Adriano, sede della Camera di Commercio di Roma, con il convegno nazionale intitolato “L’Italia riparte: la composizione della crisi d’impresa e del consumatore”.
Con lui gli onorevoli Nicola Bono e Cosimo Ferri (sottosegretario alla
Giustizia), Antonio Barile (presidente Inac), Dino Scanavino (presidente
Cia, Confaderazione italiana agricoltori), Ciro Lenti (presidente
Sicea), modererà Massimilano Massari (studioso di comunicazione
televisiva). Saranno presenti inoltre il Cardinale Cocco Palmerio
(avvocato della Santa Sede) e don Aldo Ottomanelli (diacono, presidente e
fondatore dell’Associazione Opera dell’amore trinitario).
Il valore dell’impresa e del lavoro è per la Chiesa inscindibile da
quello della famiglia. Nei primi nove mesi del 2014 sono fallite in
media 61 imprese ogni giorno, più di due imprese ogni ora: questa la
fotografia dell’Analisi dei fallimenti in Italia aggiornata al terzo
trimestre 2014. Ed il 2015 non promette certo meglio. Il fallimento
dell’impresa nell’80 per cento dei casi porta alla deflagrazione dei
nuclei familiari che dipendono economicamente dall’iniziativa economica
decotta. Dal 2009 ad oggi si contano 70.673 imprese che hanno portato i
libri in tribunale: numeri che sottolineano uno scenario economico
ancora preoccupante per il 2015. Analizzando il numero dei fallimenti
registrati si evidenzia un trend in costante aumento: 1.730 nel 2009,
2.058 nel 2010, 2.205 nel 2011, 2.397 nel 2012, 2.647 nel 2013. Record
negativo per il 2014 con 3.002 casi. Fino al 2008 era la locomotiva
economica d’Italia, ma la Lombardia nei primi 9 mesi del 2014 si è
confermata la regione d’Italia in cui si è registrato il maggior numero
di fallimenti, con 2.457 casi pari al 22,1 per cento del totale
nazionale (dal 2009 ad oggi si contano 15.656 imprese lombarde fallite).
La seconda regione più colpita è il Lazio, con 1.164 imprese chiuse nel
2014 e un’incidenza sul totale italiano del 10,5 per cento. Segue la
Campania con 966 casi e relativa incidenza dell’8,7 per cento. In
difficoltà anche il Veneto con 933 fallimenti. Il commercio e l’edilizia
sono i macrosettori più colpiti nei primi nove mesi del 2014: il primo
con 3.340 fallimenti, mentre il secondo raggiunge i 3.022. E sulla
non-ripresa dell’edilizia hanno pesato le nuove tasse sulla casa, agendo
nel contempo da fattore stagnante e deprimente.
Ma l’indebitamento medio familiare, abbinato alla contrazione dei
consumi, ha creato l’effetto stagflazione economica: ancora oggi
risentiamo del periodo 2012-13, contrazione record dei consumi di -7,8%
(fonte: Federconsumatori). Il risultato ha portato alla caduta
complessiva della spesa delle famiglie di circa 56 miliardi di euro.
Intanto la povertà ha colpito il 6,8 per cento delle famiglie e l’8 per
cento degli individui. I poveri in senso assoluto si sono raddoppiati
dal 2005 e triplicati nelle regioni del Nord (dal 2,5% al 6,4%).
È quanto emerge dal quarto Rapporto sulla Coesione sociale presentato da
Inps, Istat e ministero del Lavoro. E i senzatetto italiani sono
tornati ai valori percentuali del quinquennio 1948-1953. E sono circa
mille i suicidi d’incerta motivazione dal 2008 ad oggi, su 439 è ormai
certa la motivazione legata alla crisi economica, e il fenomeno non
conosce più differenze geografiche tra Sud e Nord del Paese.
I relatori parlano di maratona nazionale contro il
sovraindebitamento, e sembra davvero una corsa contro il tempo, visto e
considerato che nell’Ue c’è chi vorrebbe introdurre una tassa
sull’esposizione debitoria col fine di ripianare il debito greco.
Incertezza e debito sembrano davvero gli ingredienti di questo decennio,
rievocando i fantasmi che trascinarono gli imperi centrali nel
1915-‘18. Non dimentichiamo quanti italiani scappano all’estero per
debiti, ripercorrendo i passi di chi s’imbarcava da Napoli per le
Americhe. Intanto qualcuno ci suggerisce che cent’anni fa a nessuno
passava per la mente di suicidarsi per la mancanza di lavoro, ma
l’Italia è cambiata. Tanto.
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